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lunedì 16 aprile 2012

Il primo e l'ultimo sesso


Quando la portavo in motorino, la sera, in prati o campi vicino a casa, io non pensavo a niente, se non a quella voglia nei pantaloni e al compito di matematica il giorno dopo. Non rientravamo mai dopo le 23, facevamo l'amore 6 giorni su 7. All'inizio, al principio proprio, uscivamo anche a piedi per l'Incisa, andavamo a toccarci dietro le Poste oppure sotto la piccola Coop, vicino la pista da ballo, in un anfratto tra le scale ed il tendone. Mi torna alla memoria anche quando veniva lei a casa mia, veniva a piedi, per far prima tagliava passando dalla chiesa del vivaio ed io dalla finestra, nascosto tra le tende, la osservavo avvicinarsi e già fremevo vedendola attraversare quel buco nella rete ed osservando il suo giovane ma prosperoso seno e quella pancia così piatta contorcersi per venire da me. Aprivo la porta, ci spogliavamo subito e ci piaceva lasciare dalla porta a camera mia una scia di vestiti. Lo facevamo 2, 3, talvolta 4 volte di seguito per poi tornare in quella dolce stanchezza ai teneri baci. Quelle labbra che diventavano rosse e gonfie dopo l'amore, forse non le rivedrò mai più. Qualche volta andavo da lei e ci piaceva farlo davanti allo specchio o ancora su di una piccola sedia di legno. Adesso, qualche volta, cerco di ricordare a quando ero ancora quell' ormone impazzito con un corpo umano intorno e l'unica cosa che mi viene da pensare è che la vita, in fondo, l'hai già finita li.

ciao

Walter

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