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venerdì 25 maggio 2012

Ho iniziato a dimenticare migliaia di fotografie scattate,
Ho iniziato a dimenticare centinaia di volti ed i loro nomi,
Ho iniziato a dimenticare decine di libri,
Ho iniziato a dimenticare un amore.

Quando il viandante canta nell'oscurità migliora il suo umore ma di certo non trova la strada.

Un colpo di costole
per non dover pensare al cuore
rigonfio di tutta la lucedella tua torcia.

Tu che lontana urlavi,

io sordo come un tronco desolato
dal muschio stavo fermo ad impollinare
i rami umidi.

tu che ritornasti,
frastuono devastante,
splendore assassino
che uccise le mie inutili paure.

eterna vittima
del vuoto di una vita inseguendo solo te.

valse la pena?

bo

lunedì 23 aprile 2012

Datte raggio



Oggi si cammina.
Si cammina paralleli lungo piste d'atterraggio dei nostri pensieri.
Piste che spesso sono troppo corte.

W.

lunedì 16 aprile 2012

Il primo e l'ultimo sesso


Quando la portavo in motorino, la sera, in prati o campi vicino a casa, io non pensavo a niente, se non a quella voglia nei pantaloni e al compito di matematica il giorno dopo. Non rientravamo mai dopo le 23, facevamo l'amore 6 giorni su 7. All'inizio, al principio proprio, uscivamo anche a piedi per l'Incisa, andavamo a toccarci dietro le Poste oppure sotto la piccola Coop, vicino la pista da ballo, in un anfratto tra le scale ed il tendone. Mi torna alla memoria anche quando veniva lei a casa mia, veniva a piedi, per far prima tagliava passando dalla chiesa del vivaio ed io dalla finestra, nascosto tra le tende, la osservavo avvicinarsi e già fremevo vedendola attraversare quel buco nella rete ed osservando il suo giovane ma prosperoso seno e quella pancia così piatta contorcersi per venire da me. Aprivo la porta, ci spogliavamo subito e ci piaceva lasciare dalla porta a camera mia una scia di vestiti. Lo facevamo 2, 3, talvolta 4 volte di seguito per poi tornare in quella dolce stanchezza ai teneri baci. Quelle labbra che diventavano rosse e gonfie dopo l'amore, forse non le rivedrò mai più. Qualche volta andavo da lei e ci piaceva farlo davanti allo specchio o ancora su di una piccola sedia di legno. Adesso, qualche volta, cerco di ricordare a quando ero ancora quell' ormone impazzito con un corpo umano intorno e l'unica cosa che mi viene da pensare è che la vita, in fondo, l'hai già finita li.

ciao

Walter

mercoledì 4 aprile 2012

forse anche per me forse


se,
in anticipo verso quel ch'è chiamato ritardo, 
s'udisse l'urlo del richiamo all'attenzione

allora inizi l'era delle urla verso tutto quello che ci costringe,
la sera,
a rimanere immobili.

pronti, via.
W

lunedì 26 marzo 2012

Me


A me che sento adesso rughe di vetro incresparsi nei polsi della galleria della mia gola che sgomita come una serpe per cercare spazio dove non c'è tempo per cercarlo. L'acido odore del tuo rossetto ritrovato nel mezzo di stralci di mutande e mozziconi di amplessi adesso mi fa urlare in un eco impetuoso e straziante "strappatemi via il sapore e il ricordo dell'amore". Mai più essere il rancido di una fotografia con lunghi capelli di fianco che solo sfiorano la giacca sino al fondo dei bottoni di sasso che come grandine sulle nocche frantuma dall'interno l'osso, così il cuore freme e si sofferma su scorci di mari incantevoli ma putridi e lividi di sogni affogati con il cemento ai piedi. Farmi trovare con le braccia dei pensieri stroncate in due e ciondolanti in un movimento a pendolo che scandisce le ultime gocce di sangue inchiostro che bolle sino a far bruciare la carta e marcire la rilegatura delle tue ciglia che adesso s'incrostano e stentano a schiudersi per ammirare quella luce che adesso spingo che adesso non c'è più e non l'hai vista e t'ha accecato.

Walter Valentini